In Italia la legge 56/1989 in materia di “Ordinamento della professione di Psicologo”, stabilisce che l’esercizio dell’attività psicoterapeutica, in ambito pubblico o privato, sia riservata a laureati in psicologia o medicina e chirurgia, previa iscrizione al rispettivo Albo e Ordine professionale. Per tale attività la legge prevede una formazione da acquisire, post lauream, mediante corsi di durata quadriennale, presso scuole di specializzazione universitarie o presso scuole private riconosciute dal MIUR (Ministero dell’Università e della Ricerca). In deroga a quanto previsto dall’art.3 della legge 56/89, i medici specialisti in psichiatria o neuropsichiatria possono richiedere l’annotazione nell’elenco degli psicoterapeuti del proprio Ordine, indipendentemente dall’aver effettuato la scuola di specializzazione in psicoterapia. Questo in virtù del fatto di essersi già formati in ambito neuro-psichiatrico e di poter prescrivere farmacoterapie. Tale deroga rivela quanto sia ancora predominante, nonostante la riforma promossa da Basaglia (cfr. capitolo primo), un modello di tipo bio-medico e organicista. Nessuna norma di legge stabilisce, tuttavia, in modo chiaro, cosa sia la psicoterapia e di cosa si possa occupare. Il fatto che si ritenga una specializzazione da conseguire post lauream, dimostra che sia “qualcosa” di più di un semplice sapere, ma necessiti anche di un saper fare e di un saper essere. Da questo punto di vista, la psicoterapia assomiglia molto all’esercizio di un’arte: richiede una padronanza della tecnica e una buona conoscenza di base, ma, per “funzionare”, deve conservare la sua immediatezza e spontaneità (Madonna, 2003). Lo psicoterapeuta deve essere in grado di lavorare a livelli logici differenti (forma vs processo) e possedere, accanto alle competenze maturate nel corso del proprio percorso universitario, capacità simil-taumaturgiche. Intendendo per thaûma l’esercizio di un sapere esoterico, conferente potere e prestigio, l’etica ad esso connessa e le suggestioni che è in grado di creare (Foucault, 1963; Madonna, 2003). La psicoterapia non può essere appresa “tutta e subito”: richiede una pratica costante e la rivelazione graduale delle sue tecniche. Si acquisisce all’interno di una relazione significativa con i propri maestri e si può raggiungere solo attraverso l’osservazione, l’esercizio e la continua supervisione (Madonna, 2003).
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