Pensieri negativi: come eliminarli

psico4-150x1501Quando non stiamo bene e la vita ci sembra ostile, senza uscita, è difficile ricorrere al pensiero positivo e vedere “il famoso bicchiere mezzo pieno”. Per quanto ci sforziamo i problemi occupano la nostra mente  e ci rallentano nelle  attività quotidiane. Possiamo ricorrere a palliativi, ma un senso di “fallimento” ci accompagna.
Non siamo sereni, non siamo maturati nonostante l’avanzare dell’età.  Ci accorgiamo che, più gli anni passano. più la salute diventa precaria, con conseguente accumulo di stress. Dormiamo poco, ci alimentiamo in modo scorretto; il cibo diventa una compensazione: “faccio qualcosa per me”, ma in realtà abuso di cose di cui potrei fare a meno.
Ansia e depressione colorano le nostre giornate e, per lenirle,  cibo, alcol, fumo, gioco, droghe, sesso… sembrano essere  soluzioni atte a placare il malessere. Qualche volta la fuga avviene a livello tecnologico, cercando forme di comunicazione e sfogo con interconnessioni e viaggi in rete.
L’essere sempre connessi con il mondo  stimola ulteriormente  la mente già sovraccarica di pensieri e limita il senso di autoregolazione già indebolito dagli eventi. Il quadro si complica con un incremento degli insuccessi personali, affettivi, lavorativi…
Urge ridurre lo stress e riprendersi,  aver cura di sé e della propria vita.  Si può fare.
L’intervento psicologico appare ora opportuno.  Lo psicologo può utilizzare specifici programmi di riduzione dello stress basati sulla Mindfulness.
La Mindfulness è la capacità di essere presenti nel nostro vivere quotidiano, è  riflessione sull’ essere al mondo, è sapersi prendere cura di noi stessi con fiducia e autostima, recuperando pensieri, emozioni, vissuti.
Si possono trovare soluzioni nuove, dare senso al nostro agire, liberandoci di vecchi schemi rigidi, inefficaci per affrontare le situazioni. hic et nunc, qui e ora.
Ma da dove arrivano i pensieri negativi? Errori sul lavoro? Preoccupazioni economiche? Paura di star male? Di non farcela?
Può essere difficile gestire ansie e preoccupazioni..
Fino a qualche tempo fa si pensava fosse utile negare il problema, o  farlo uscire dalla nostra mente, cacciandolo dai nostri pensieri ,  ma la repressione e rimozione , ormai è consolidato dalla ricerca, non sono affatto utili;  anzi comprimendo i sentimenti questi escono ancora più forti, in modo inaspettato e violento.
Anche qui, lo psicologo può aiutare il paziente a:distrarre il pensiero, concentrando l’attenzione su qualcosa di specifico,possibilmente un’attività creativa piacevole;

  • rilassarsi e prendersi cura di sé, diminuendo il tour de force a cui ci stiamo sottoponendo;
  • pensare in modo “protetto” a ciò che non si riesce a gestire;
  • praticare la mindfulness prendendo consapevolezza di ciò che siamo e cosa possiamo diventare, essendo più forti e consapevoli della negatività che ci opprime.

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L’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing): cos’è?

L’EMDR (dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) è un approccio terapeutico utilizzato per il trattamento del trauma e di problematiche legate allo stress, soprattutto allo stress traumatico.
L’EMDR si focalizza sul ricordo dell’esperienza traumatica ed è una metodologia completa che utilizza i movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destro/sinistra per trattare disturbi legati direttamente a esperienze traumatiche o particolarmente stressanti dal punto di vista emotivo. Continua a leggere

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Fare psicoterapia nell’era postmoderna

psico4-150x1501Il postmodernismo rifiuta l’esistenza di una verità unica e oggettivabile, rigetta ogni pretesa di assolutismo e determinismo, invita ad apprezzare la complessità e la diversità del sapere umano. La sfida per la psichiatria del terzo millennio è sicuramente costituita dal superamento dei modelli riduzionistici. L’intervento psichiatrico può acquisire maggiore adeguatezza ed efficacia essenzialmente attraverso l’integrazione tra psichiatria, psicoterapia e riabilitazione. In questa logica, è fondamentale un continuo aggiornamento sui modelli teorici che hanno, peraltro, un’immediata ricaduta in ambito clinico, in generale, e psicoterapeutico, in particolare.

9 Novembre 1989: crolla il Muro di Berlino, simbolo della divisione tra Est e Ovest. Il Muro divise la città di Berlino per 28 lunghi anni: dal 13 agosto del 1961 fino al 9 novembre 1989, anno in cui la DDR decretò l’apertura delle frontiere con la BRD (NB:Speculare e contemporanea a Berlino, la storia  del muro di Gerusalemme. Proprio mentre cadeva il Muro, ne sorgevano altri, per dividere i territori palestinesi da quelli israeliani. È evidente che le ideologie e i totalitarismi continuano ad essere ben presenti e radicati tra gli esseri umani). Continua a leggere

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La storia del Milan Approach

psico4-150x1501Il Milan Approach, o più precisamente Scuola di Milano, è un modello di terapia ad orientamento sistemico-familiare e relazionale, sviluppato a Milano a cavallo tra gli anni sessanta e settanta da Mara Selvini Palazzoli, Luigi Boscolo, Gianfranco Cecchin e Giuliana Prata (psichiatri, psicoterapeuti). I riferimenti teorici della Scuola di Milano sono numerosi e si sono evoluti nel tempo. Possiamo tuttavia identificare come basi di partenza gli studi di Bateson e del gruppo di Palo Alto (Watzlawick, Beavin, Jackson, 1967), la teoria generale dei sistemi (von Bertalanffy, 1968), la cibernetica di primo ordine e, successivamente, la cibernetica di secondo ordine (von Foerster, 1987), il costruttivismo (Maturana e Varela, 1987) e il costruzionismo sociale (Gergen e McNamee, 1998).
Il modello milanese è conosciuto in tutto il mondo ed è seguito, in modo più o meno esplicito, da numerosi terapeuti. Fu Mara Selvini Palazzoli a stabilire i primi legami professionali con clinici e ricercatori internazionali, grazie alla pubblicazione del testo “L’anoressia mentale” (1963). La Selvini Palazzoli, fino ad allora medico psicoanalista, venne riconosciuta come uno tra i più importanti studiosi sistemici, proprio per le modalità con cui trattava in terapia le sue pazienti. Nel 1971 fondò il Centro per lo Studio della Famiglia, chiamando a collaborare con lei gli amici e colleghi Luigi Boscolo, Gianfranco Cecchin e Giuliana Prata, che divennero noti in tutto il mondo come “i quattro della Scuola di Milano”. Continua a leggere

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Il problema della diagnosi secondo il Milan Approach

psico4-150x1501Boscolo e Cecchin (padri del Milan Approach) erano due psichiatri e, come tali, non potevano prescindere dal confronto con il mondo della psicosi e le relative diagnosi. In un articolo stampato nel 1988, sulla rivista Psicobiettivo, affrontano l’argomento e definiscono con precisione l’approccio della scuola di Milano, ponendosi in dialettica con le procedure standard. La Diagnosi psichiatrica tradizionale (DSM, ICD) interessa, infatti, il solo individuo e lo isola dal suo contesto, proprio a causa del linguaggio che viene utilizzato (es: lo schzofrenico, l’anoressica, etc…). Questo modo di etichettare corre il rischio di cronicizzare quei comportamenti che si vorrebbero, invece, curare. Continua a leggere

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Il problema della diagnosi in psicoterapia: somiglianze e differenze con la psichiatria

psico4-150x1501 La questione della diagnosi, già a partire dal IV secolo a.C. (Foucault, 1984), è strettamente connessa a quella dell’eziologia. Fu in questa matrice che nacque e si sviluppò la medicina di Ippocrate (460-377a.C.), prima scuola medica strutturata dell’antichità (Foucault, 1961; 1962; 1963; 1984b).
Anche la psicoterapia ha una storia antica. La formazione filosofica, la religione e l’esercizio dell’arte hanno rappresentato da sempre, insieme alla pratica medica, un aspetto importante nella cura e nella comprensione delle turbe dell’anima. Si pensi, per esempio, all’uso della catarsi (gr. kátharsis: purificazione) nella tragedia greca o nella celebrazione di riti e sacrifici, presso i templi dedicati ad Esculapio (dio tutelare della medicina). Tutte queste riflessioni costituiscono un terreno comune nella storia della psichiatria e della psicoterapia, elementi di continuità e somiglianza. Nell’età antica e in quella classica, infatti, il sapere era integrato e custodito dalla riflessione filosofica. Il “saggio” era un eclettico, in grado di spaziare tra le varie discipline, da quelle medico-scientifiche, alle logico-matematiche, fino a temi di carattere etico-psicologico. Tale primato ha cominciato a sgretolarsi sotto la spinta positivista, mano mano che la scienza progrediva e l’uomo conquistava nuovi saperi. Continua a leggere

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Il problema della diagnosi in psicoterapia

psico4-150x1501 In Italia la legge 56/1989 in materia di “Ordinamento della professione di Psicologo”, stabilisce che l’esercizio dell’attività psicoterapeutica, in ambito pubblico o privato, sia riservata a laureati in psicologia o medicina e chirurgia, previa iscrizione al rispettivo Albo e Ordine professionale. Per tale attività la legge prevede una formazione da acquisire, post lauream, mediante corsi di durata quadriennale, presso scuole di specializzazione universitarie o presso scuole private riconosciute dal MIUR (Ministero dell’Università e della Ricerca). In deroga a quanto previsto dall’art.3 della legge 56/89, i medici specialisti in psichiatria o neuropsichiatria possono richiedere l’annotazione nell’elenco degli psicoterapeuti del proprio Ordine, indipendentemente dall’aver effettuato la scuola di specializzazione in psicoterapia. Questo in virtù del fatto di essersi già formati in ambito neuro-psichiatrico e di poter prescrivere farmacoterapie. Continua a leggere

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La storia del DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) e il DSM-5 (APA, 2013)

psico4-150x1501Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (APA: American Psychiatric Association), noto con la sigla DSM, è uno dei sistemi nosografici per disturbi mentali più utilizzato da medici, psichiatri e psicologi di tutto il mondo, sia nella clinica che nella ricerca. La prima edizione risale al 1952 e fu, di fatto, una replica alla classificazione ICD, redatta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1948. Da allora si sono succedute ulteriori edizioni: nel 1968 il DSM-II (con piccole modifiche nel 1973 e nel 1978), nel 1980 il DSM-III, nel 1987 il DSM-III-R (edizione rivisitata), nel 1994 il DSM-IV e nel 2000 il DSM-IV-TR (testo revisionato). Le prime due edizioni americane, che hanno risentito dell’egemonia della psicoanalisi nell’APA (American Psychiatric Association), non sono mai state pubblicate in Italia: la prima edizione italiana risale, infatti, al 1983 con il DSM-III.
La task force del DSM-III, guidata da Robert Spitzer, ha lavorato per eliminare qualsiasi teoria eziopatogenetica e limitarsi alla sola descrizione di sintomi e segni. Si definisce per questo “ateorica”: lo scopo era creare uno strumento attendibile che facilitasse la ricerca e il dialogo tra i professionisti di diversi orientamenti teorici. La task force della quarta edizione (DSM-IV e DSM-IV-TR), guidata dallo psichiatra Allen Frances, ha proseguito sulla stessa linea, mantenendone i presupposti descrittivi e ateoretici. Continua a leggere

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Disturbi dell’apprendimento: DSA


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Alla piccola Vania… perché non sempre è come sembra…

La dislessia, la disgrafia e la discalculia colpiscono il 4% della popolazione scolastica: circa 350000 alunni in età dell’obbligo.  Un dato, questo, importante anche per le conseguenze che genera sul comportamento e sulla personalità dei bambini che vengono colpiti da tali disturbi.
Studi recenti hanno dimostrato una correlazione tra le difficoltà di apprendimento, il disagio sociale, l’abbandono scolastico, il bullismo, abusi di sostanze alcoliche e stupefacenti e alcune manifestazioni di delinquenza in età giovanile.
Appare quindi necessario intervenire, quanto prima, per diagnosticare il disturbo ed elaborare opportuni correttivi. Continua a leggere

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Alle radici dell’epistemologia sistemica: la teoria dei sistemi viventi.

Riflessioni sul libro di F.Capra “La Rete Della Vita” (Ed. Rizzoli, 1997).
“La rete della vita” di Fritjof Capra[1]
è stato certamente uno dei libri che più ha inciso nella mia formazione culturale, umana e professionale. Come tutti gli incontri importanti è avvenuto, per caso (o forse dovrei dire “caos” in riferimento all’omonima teoria) nel 1998, un anno dopo la sua pubblicazione e, da allora, ha assunto la funzione di attrattore, ossia di guida e ispirazione personale (in matematica gli attrattori sono dei punti fissi, al centro di un sistema di coordinate, che attraggono la traiettoria, ne determinano cioè la forma). Continua a leggere

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