Finite le vacanze, inevitabilmente, si sono annidati in modo subdolo alcuni kg che hanno arrotondato il nostro punto vita.
Che dramma! Quanto è difficile perdere peso! Quanto facile è recuperare il peso perso!
Si è così vulnerabili che qualunque invito pubblicitario viene immediatamente recepito: l’importante è fare presto e non rinunciare a niente. Ecco la suggestione: senza sacrifici! “Basta prendere le pilloline, il beverone o le erbette e mangiate ciò che volete!”.
In realtà non si ottiene nulla senza impegno e fatica.
La parola “dieta” nella sua etimologia significa “equilibrio, regime di vita”, dunque occorre trovare o ri-trovare l’equilibrio perso. Se si escludono i reali problemi salute (ormonali, biologici…) in genere, chi assume peso, mangia più del dovuto e/o non consuma le calorie in eccesso, che vanno ad accumularsi e a costituire il tessuto adiposo. Spuntano le rotondità ed aumenta il disagio.
Si insinua la paura di aver perso il controllo sul proprio corpo, si è preda dell’ansia, ci si deprime, ci si innervosisce. Il risultato di questo processo circolare è l’ulteriore aumento del livello d’ansia, il calo dell’autostima e, in alcuni casi, la perdita dell’integrità del sé, calo dell’umore, depressione, talvolta anoressia e bulimia.
Il livello di stress, alzandosi in modo significativo, produce per un meccanismo ormonale (secrezione del cortisolo) un aumento di peso. Chi si “ingrassa”, soprattutto, sono i produttori di articoli, riviste, libri che propongono cure veloci e miracolose per ritrovare la silhouette persa. Come si può cadere nelle trappole proposte, nelle diete facili del fai da te?
Nessun medico esperto proporrebbe mai diete monotematiche, che si protraggono nel tempo. La persona vulnerabile, fragile nella sua autostima, è la preda preferita dei mass media. Occorre invece sentire un esperto: medico di famiglia, psicologo, dietologo.
Il problema dell’ingrassare o dimagrire in modo eccessivo risiede spesso nella nostra mente; nasce da un disagio, crea ulteriore disagio. Il solito problema circolare!
Recuperiamo il nostro buon senso e diamoci un programma d’intervento.
Subito.
Se dobbiamo perdere un paio di kg possiamo “mettere la testa a posto” riequilibrando la nostra dieta, aggiungendo un po’ di sano movimento (es. passeggiare a ritmo sostenuto ogni giorno per 15/20 minuti o gestire 150 minuti di attività motoria settimanale: running, walking, bicicletta).
Un tabù da sfatare: “La pasta va eliminata”.
Non è vero:
E’ ricca di carboidrati, apporta pochissimi grassi (che sono il pericolo maggiore per la linea), è ricca di amilosio, un carboidrato complesso, componente dell’amido, che assicura energia a rilascio lento.
Ha un potere saziante: la glicemia (livelli di zucchero nel sangue) resta costante; contiene triptofano (100 mg per 80 g di pasta) una sostanza che produce ormoni del benessere.
La pasta, meglio se integrale, “al dente” nella dose di 70 g, cotta in acqua non troppo salata, condita con pomodoro, pesto, verdure, ragù di pesce o carne è un buon pasto completo.
Occorre poi introdurre opportunamente l’apporto proteico con dosi moderate di legumi e il calcio con latte magro, formaggi magri, yogurt. Il dosaggio del condimento è di 2 cucchiaini di olio d’oliva extra vergine.
Troppi carboidrati causano impennate della glicemia, costringono il pancreas a produrre molta insulina e quindi la glicemia si abbassa di colpo, provocando “fame”. Mangiando una buona pasta, come sopra indicato, integrando verdura e frutta (senza esagerare perché contiene zuccheri), è possibile rimettersi in forma, mangiando in modo sano ed equilibrato e ritrovando così la fiducia in se stessi.
Chi vuole perdere più peso deve necessariamente consultare un medico. Chi mangia per soffocare lo stress è opportuno consulti uno psicologo, che può aiutare il soggetto a capire per quale motivo si ecceda nel mangiare ( o nel bere) e quali pulsioni si soddisfano.